Orso Stefano ucciso in Abruzzo. Un’azione vile e criminale

Un orso bruno, chiamato Stefano dagli amici del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise è stato ucciso a fucilate.

È una vergogna!

È opera di criminali che in modo vile hanno colpito con più armi una specie protetta a livello internazionale e, per fortuna, generalmente molto rispettata in Italia.

Ricordo come ci indignammo quando alcuni sparatori bavaresi uccisero l’orso Bruno Jj1 che dal Trentino si era avventurato in terra tedesca.

Era il giugno 2006, ero riuscito a convincere il  mio collega ministro tedesco  dell’ambiente Sigmar Gabriel della necessità di inviare dei nostri esperti del Corpo Forestale dello Stato per addormentare e recuperare Bruno Jj1, quando arrivò la notizia che un gruppo di cacciatori lo aveva abbattuto.

 

Questa la notizia diffusa allora:

“BERLINO – ‘Bruno’ è stato abbattuto. L’orso Jj1 è stato ucciso questa notte in Baviera, non lontano dal lago Spitzing, nella contea di Miesbach (Germania meridionale). Un portavoce del ministero dell’ambiente regionale di Monaco di Baviera ha detto che un gruppo di cacciatori ha sparato e ucciso l’animale selvatico ritenuto un pericolo per gli uomini verso le ore 4.50 di questa mattina.”

 

Era assurdo che proprio il ministero dell’ambiente regionale della Baviera avallasse quella assurda tesi del pericolo che un singolo orso poteva arrecare ad un grande e potente Paese come la Germania dove quest’animale è estinto da oltre un secolo.

La rivolta di ambientalisti, giornali e perfino della Chiesa portò le autorità nazionali a vergognarsi e il ministro Gabriel si scusò personalmente con me.

Ma il governo regionale conservatore della Baviera non si smosse e non solo non si scusò ma, tra le proteste, decise di imbalsamare Bruno.

Quella vicenda determinò a livello di opinione pubblica tedesca ed europea discredito sulla capacità della Germania di tutelare le specie a rischio ed evidenziò la credibilità e la serietà del nostro sistema dei parchi.

Proprio per questo sentire oggi la notizia di un orso ‘fucilato’ in Abruzzo mi rattrista, perché conosco il grande sforzo compiuto da chi lavora nel settore dei parchi e della tutela della biodiversità.

Proprio nell’ottobre  del 2007 andai personalmente a sostenere i responsabili del parco d’Abruzzo nell’azione contro i bracconieri che utilizzavano bocconi avvelenati e apprezzai la loro determinazione nel contrastarli.

Questa volta è avvenuto un fatto gravissimo ed infatti Giuseppe Rossi, commissario del Parco, parla espressamente di un agguato: “Tutto porta a pensare che sia stato un brutale agguato, messo in atto probabilmente da più di una persona: armi diverse e parti diverse del corpo dell’orso colpite. I responsabili di questo gesto sono andati lì appositamente per uccidere l’orso. C’era una carcassa di cavallo nei pressi, sapevano che sarebbe arrivato e lo hanno aspettato”. Rossi sottolinea la “gravità” dell’episodio in quanto avvenuto in una zona del parco finora relativamente tranquilla rispetto ai fenomeni del bracconaggio.

Spero che i responsabili vengano davvero identificati e puniti in modo rigoroso.

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