Anche i più ecoscettici dovranno riconosce che il clima è cambiato e che il nostro impegno contro il cambiamento climatico è un dovere etico, oltre che ecologico ed economico.
I fenomeni meteorologici estremi sono sempre più frequenti ed è assurdo definirli eccezionali. Questa è la ragione per cui mi risulta sempre più insopportabile assistere, ad ogni alluvione; frana; maxi-nevicata o altra emergenza meteo, alla solita passarella di dichiarazioni di circostanza.
Le solite lacrime di coccodrillo sull’eccesso di cementificazione, la mancanza di fondi contro il dissesto e l’assenza di controlli efficaci su quelli spesi. Tutto ciò mentre in Parlamento, Pd e Forza Italia stanno votando una sanatoria per evitare le demolizioni perfino di edifici interamente abusivi, e nella scorsa legge di stabilità, nonostante alcuni positivi emendamenti di Cinquestelle e Sel, i fondi per la lotta al dissesto sono rimasti assolutamente inadeguati alle necessità.
Oggi sul Corriere della Sera, Gian Antonio Stella ricorda un’ottima pubblicazione sul dissesto in Italia dal 1861 al 2013 che evidenzia come negli ultimi decenni sia aumentato in modo esponenziale il numero di frane e, purtroppo, anche delle vittime. Stella riporta proprio il volume in cui il geologo Claudio Margottini censisce gli 11.000 interventi ritenuti necessari per un costo complessivo di 44 miliardi di euro.
Si tratta della vera “grande opera pubblica” necessaria all’Italia, che con un piano di lavori in 10/15 anni potrebbe generare centinaia di migliaia di posti lavori, e finalmente conciliare il concetto di grandi opere con vantaggi davvero diffusi per occupazione, ambiente e sicurezza.
Da Ministro dell’Ambiente, riuscii a fare aumentare i fondi contro il dissesto, a finanziare circa 1.000 cantieri per la difesa del suolo, bloccai lo scandalo di fondi attribuiti anche ai comuni che non erano nelle categorie di rischio e affidai proprio a Claudio Margottini il compito di elaborare un progetto di controllo sulla qualità delle opere eseguite. Appena cambiò il governo, i fondi furono tagliati, il progetto di verifica delle qualità della spesa non ebbe seguito e Margottini fu allontanato.
Quanto occorrerà per una svolta vera?
L’opinione pubblica è, per fortuna, più consapevole di qualche anno fa. Occorre cambiare in questo settore la cultura della classe dirigente, politica e burocratica, che resta spesso inadeguata anche quando non è collusa con interessi contrapposti alla difesa del territorio.