Sono davvero addolorato ed arrabbiato. Ancora una volta una bomba d’acqua ed ancora lutti.
Stavolta nelle Marche, altra regione fragile di questo nostro Paese, dove la gran parte del territorio è a rischio idrogeologico.
Eppure, mi duole ripeterlo, nel settembre 2007 alla conferenza nazionale sui cambiamenti climatici predisponemmo un elenco di cose da fare per il piano di adattamento a questo clima già cambiato. I validi tecnici che avevano collaborato alla preparazione della conferenza avevano messo in guardia sull’aumento dei fenomeni climatici estremi, usando proprio questo termine: “bombe d’acqua“, che pochi conoscevano. Infatti, ignoranti e malfattori ci derisero, anzi strumentalizzarono alcuni dati per nascondere i temi veri e infangare la credibilità della conferenza.
Oggi ad ogni disastro sentiamo la solita promessa di fare quel piano di adattamento e d’intervenire contro il dissesto idrogeologico.
Ma intanto, da anni, hanno tagliato i fondi per la difesa del suolo e quelli stanziati non sono stati spesi.
Il nuovo governo, sostanzialmente con la stessa maggioranza degli ultimi due scorsi (Letta e Monti) scopre che sono bloccati i fondi per lotta al dissesto idrogeologico per oltre 1,5 mld e annuncia una ‘struttura di missione’ del governo per sbloccare questi lavori. Ma cosa è stato fatto finora? Perché le ordinarie competenze non vengono utilizzate?
Senza bisogno di leggi speciali tra il 2006 e il 2008, il ministero dell’Ambiente favorì la realizzazione di circa 1.000 piccoli cantieri contro il dissesto idrogeologico, ma questo è un Paese dove interessano, e fanno notizia, le Mega Opere (Ponte sullo Stretto, Megatunnel in Val di Susa, Mose) mentre le cose più utili all’ambiente e alla prevenzione, che danno più lavoro, vengono accantonate.
Spero davvero che i parlamentari più sensibili riescano a vigilare perché questa nuova iniziativa del governo sia davvero operativa e non solo un annuncio.
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