Ho seguito i congressi dei Verdi fin da quando li abbiamo fondati nel novembre del 1986 a Finale Ligure.
Dobbiamo constatare che molte delle sfide e dei problemi che avevamo lanciato allora sono sempre più di attualità ed hanno dimostrato il valore delle nostre preoccupazione ma anche delle nostre speranze.
Dopo il drammatico risultato delle elezioni di aprile, che hanno travolto il centrosinistra italiano ed in particolare la sinistra e gli ecologisti, durante il Consiglio Federale del 10 e 11 maggio ho offerto le mie dimissioni per consentire la convocazione di un congresso straordinario per la rigenerazione ed il rilancio dei Verdi in Italia.
Nel frattempo, in questi due mesi ho evitato interventi per rispettare il dibattito in atto nei Verdi italiani e non certo per disinteresse. Per questo – pur avendo ovviamente le mie opinioni – non ho sottoscritto nessuna delle mozioni congressuali e non terrò la tradizionale apertura dei lavori riservata al Presidente uscente, nonostante l’invito dell’esecutivo, le sollecitazioni di molti e il timore di alcuni.
Ecco allora spiegata anche la morigerata presenza sul questo blog e sui mezzi di informazione.
Ma vi assicuro che – sempre in maniera costruttiva – nei prossimi mesi non farò mancare il mio contributo al dibattito. Anche perché – nel frattempo – ho lavorato per costruire nuovi strumenti di rilancio della cultura verde nel nostro Paese, tra cui la Fondazione Universitá Verde che è stata giá costituita insieme a Gianfranco Amendola ed il sito universitaverde.it insieme a Gianfranco Mascia e sto preparando una riorganizzazione di questo blog. A tale proposito mi farebbe piacere ricevere i vostri consigli e suggerimenti sui cambiamenti da apportare.
Da aprile in poi le scelte della nuova maggioranza – purtroppo finora poco contrastate dalle residue opposizioni parlamentari – sul nucleare, contro Kyoto ed i tagli indiscriminati sui parchi e sull’ambiente sono state la lampante dimostrazione dell’emergenza ambientale in Italia. Forse abbiamo sottovalutato che il lavoro svolto negli ultimi due anni al Governo e in Parlamento sono stati tanto importanti da mettere in allarme le forti lobby che da sempre cercano di influenzare negativamente il risveglio delle coscienze e una riconversione dell’economia. Ed infatti hanno utilizzato tutta la loro forza per screditare e bloccare l’azione riformatrice dei Verdi. D’altra parte il Governo dell’Unione – di fronte a queste pressioni – non è certo riuscito a rispondere in maniera coesa e decisa.
Proprio per questo credo che i Verdi debbano rafforzare e rilanciare la centralità della sfida per la riconversione ecologica dell’economia come previsto dal Patto per il Clima e la Costituente Ecologista. Serve in Italia, in Europa e nel mondo una riflessione profonda sul ruolo dei Verdi e sulla necessita di una forza ecologista non minoritaria e marginale, capace di affrontare la sfida del cambiamento climatico con una cultura di governo profondamente innovativa. Per questo dovrà iniziare una riflessione profonda e coraggiosa che non si risolverà certo in poche settimane .
Ecco quindi il mio augurio rivolto a tutti coloro che hanno ancora a cuore le sorti dell’ambiente, dell’ecologia e dei nuovi diritti. Che da Chianciano – pur nel rispetto delle varie posizioni – emerga la la capacità di imparare anche dagli insuccessi e la forza di realizzare quel cambiamento in senso ecologista del nostro Paese che parta innanzitutto da una sfida culturale. Da qui si deve far partire la nostra scommessa per il futuro e per un possibile successo politico.
Guarda qui sotto la diretta video dell’Assemblea di Chianciano
La mia relazione al Consiglio Federale Nazionale del 10 maggio 2008
E’ doveroso dare inizio a questi lavori del Consiglio Federale con un ricordo per quello che sta accadendo in Birmania. Di fronte alla crisi ambientale di questo pianeta, la catastrofe che si sta avendo in queste ore in Birmania è drammatica. Si parla di 100.000 vittime, di un milione e mezzo di senza tetto, e di un dramma che mette insieme una catastrofe umanitaria, una catastrofe ambientale ed una catastrofe democratica, poiché c’è un regime dittatoriale che non consente nemmeno gli aiuti. Per questo io chiedo al nostro Consiglio Federale un minuto di silenzio.
Esiste una situazione mondiale realmente drammatica che viviamo tutti sulla pelle. C’è alle porte una crisi economica planetaria di dimensioni inaudite. La crisi alimentare sta portando, in molti Paesi, perfino l’assalto ai campi; ci sono zone dove si usa l’esercito per difendere le coltivazioni dall’assalto di gente disperata che cerca di andarsi a prendere il cibo.
Ho avuto l’onore di presiedere, nei giorni scorsi e dopo 20 anni in nome dell’Italia, una sessione dell’OCSE a Parigi in cui abbiamo discusso in modo molto intenso di ambiente e competitività. C’è di nuovo che i Paesi più industrializzati […] Leggi tutto